Se ne accorge anche il Corriere delle Sera. La questione dei voti mancanti sta mettendo in agitazione la corsa alle poltrone perché non tutti sono sicuri di aver davvero assicurato il futuro. Oggi come oggi la lista è quella uscita dopo pochi giorni, ma in molti hanno un problema reale: se saltassero all’ultimo non avrebbero più dove andare. Diversi politici non hanno infatti reali competenze, o non hanno mai lavorato veramente. Dunque se restano senza poltrona diventerebbero disoccupati senza titoli e prima dei prossimi giri elettorali (per le europee ci vogliono migliaia di voti) ne passerà di tempo.
Intanto prosegue la guerra degli assessorati: la minaccia attuale è di ridurre a 14 i membri della giunta. Due posti in meno non sono pochi, soprattutto se è vero che la Lega ne vuole otto. Gli alleati, tra cui i forzisti come Giulio Gallera e Silvia Sardone, hanno preso decine di migliaia di voti e non possono essere ignorati. Allo stesso tempo la rilevanza della Lega come gruppo è indiscutibile, ma non bisogna dimenticare gli alleati come Fratelli d’Italia e i cespugli. Sei posti non sono pochi, ma sempre meno di otto. Questo non può fare altro che acuire ancora le tensioni.